1 set 2020

3.9.2020 omino71 x Il Profilo di Caravaggio (Il genio e l'uomo) @ Centro Arte e Cultura Ladispoli (Roma)


“Il profilo del Caravaggio, il genio e l’uomo”

evento facebook con maggiori info al seguente link


Collettiva d'arte, a cura di Pier Luigi Manieri, in omaggio al Caravaggio, con sala animazioni digitali in realtà virtuale.

Un gruppo selezionatissimo di artisti, tra i più rappresentativi della scena contemporanea sarà chiamato a rileggerne le opere, ispirarsi ai suoi lavori o alla sua vita, recuperarne la tecnica e l’essenza,dando vita ad una collettiva che ne rifletta il genio e l’anima .

Vernice 3 settembre ore 18,30
Centro Arte e Cultura
via Settevene Palo
Ladispoli

Mostra visitabile fino al 17 Settembre 2020 (orario 10,00-19,00)

A corredo della collettiva un approfondimento sulla figura del Caravaggio a firma di Riccardo Rosati, saggista e museologo.


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Segue un testo (fuori programma) dell'amica Leila Ferrante che ha descritto il mio contributo alla collettiva, tre opere della serie "Accolli (after) - cartine 1571-1971" enjoy ;)


Décolleter omino71

Testo (fuori programma) di Leila Ferrante

Se “tutta l’arte (dopo Duchamp) è concettuale (per natura) in quanto l’arte esiste solo concettualmente” questa operazione di omino71, realizzata in punta di uniposca, si svela nelle sue tre principali invarianti già nel titolo della serie: “Accolli (after) – cartine 1571/1971)”.

Come ci si poteva aspettare le rielaborazioni neo-pop di omino71 richiamano direttamente tre opere di Caravaggio, o meglio il simbolismo che il Maestro lombardo, nella tradizione del codice multiplo, traeva da tre diversi classici miti di origine ellenica e biblica, uniti in quella che potremmo chiamare “linea della decollazione”: il mostro gorgone Medusa decapitata, con l’aiuto divino di Mercurio e di Minerva, dall’eroe Perseo; il futuro re Davide che sconfigge e decapita il gigante Golia; la giovane Giuditta che decapita il generale Oloferne con una scimitarra.

A questa prima invariante della “decollazione” se ne aggiunge una seconda che – in apparente e sarcastica contraddizione con la prima – rappresenta la chiave di lettura dell’intera serie: in ogni rielaborazione si svela una evidente e dichiarata appropriazione del segno e dell’invenzione di altrettanti artisti ai quali omino71 si “accolla” cercando rimandi indiretti alla stessa opera di Caravaggio: Leonardo da Vinci (già riferimento per lo stesso Maestro lombardo), Walt Disney (in arte Mickeylangelo) e Massimo Mattioli (stregone rock’n’roll del fumetto, recentemente scomparso, punto di riferimento che lega omino71 all’autrice di questo breve testo introduttivo).

Infine la terza invariante, legata al supporto utilizzato in questo trittico/non trittico “caravaggesco”: le “cartine” ironicamente legate alle date di nascita di Caravaggio e di omino71, quindi la carta, supporto povero, basico, elementare, in questa occasione declinato come “carta valori”, quindi in una ulteriore apparente contraddizione: banconote e francobolli da collezione, sui quali è stato stampato il ritratto del Caravaggio in una rivisitazione del “ready made”, in particolare di quello “aiutato”, tipico della poetica “ready fake” di omino71.

Date queste invarianti, alle quali chi vorrà potrà aggiungerne delle altre, passiamo a una sintetica descrizione delle tre opere realizzate per l’occasione per come ci appaiono, ovvero per come ce le ha presentate lo stesso autore:

“Archimedusa” rappresenta il primo accollo della serie come dichiarato nel sottotitolo (anche se omino71 ci ha svelato essere stata l’ultima in ordine di concepimento): si tratta di una rielaborazione dello “Scudo con testa di Medusa” nella quale il volto del Gorgone viene sostituito da un solido archimedeo, il rombicubottaedro, dipinto alla maniera di Leonardo da Vinci nelle illustrazioni del manoscritto “Antologia della Divina Proporzione”di Luca Pacioli (e Piero della Francesca), uno dei poliedri che omino71 utilizza abitualmente nella sua produzione più recente, andando un po’ a sostituire le precedenti invenzioni della “maschera” e del “trhow-up”. In questa “Medusa” di “Archimede” il volto della Medusa - colto in origine con gli occhi allucinati e la bocca spalancata nel momento dell’urlo - viene sostituito dalle molteplici facce dei poligoni regolari, mentre il fiotto di sangue viene rimpiazzato da una macchia di colore vermiglio, forse la luce esplosa di una “supernova” ingabbiata al centro del poliedro, in un ultimo atto distruttivo e spettacolare del ciclo evolutivo di una stella ricoperta da una capigliatura di serpi sibilanti. A corredo il multiplo sguardo severo di Caravaggio, riprodotto sui francobolli di sfondo, che ci interrogano sull’opportunità di questa ennesima profanazione di omino71.

“Massimo e Golia” si riferisce ai diversi dipinti che Caravaggio ha dedicato al mito del re di Israele, senza reinterpretare nessuna opera in particolare, preferendo un rimando generico al racconto contenuto nel primo libro di Samuele. Nella composizione proposta il proiettile della frombola si fa lametta (dal sapore decisamente punk), lanciata dal piccolo topo per decapitare la testa del gigante felino tenuto a distanza dai margini delle banconote che, a loro volta, si fanno vignette in un fumetto di cui Caravaggio è inconsapevole, e forse un po’ disturbato, co-protagonista. In questa seconda piccola opera (ecco forse la quarta invariante della serie: le piccole dimensioni delle opere proposte) omino71 coglie l’occasione per un tributo al Maestro Massimo Mattioli, artista romano scomparso nell’estate 2019. Massimo Mattioli (doppia M, come Michelangelo Merisi e come il nome di battesimo di omino71, ma anche come Micky Mouse, in un gioco quasi cabalistico dal 1571 al 1971), punto di riferimento essenziale per omino71, è stato autore di pagine indimenticabili del fumetto: dal nazionalPOPolare Pinky (pubblicato su Il Giornalino per quarant’anno e distribuito in tutte le parrocchie dello stivale) a indimenticabili cult come Joe Galaxy e soprattutto Squeek the Mouse, tanto pop quanto undergound, dove risate, porno, pulp e sangue accompagnano le avventure del gatto e del topo più violenti di sempre (le decapitazioni non mancano mai) ispirando due famosi protagonisti dei Simpson (Grattachecca e Fichetto) e ispirandosi a loro volta ai più gentili Tom e Jerry, archetipo narrativo della rivalità tra gatto e topo e quindi, a modo loro, classici. Nella sua reinterpretazione omino71 coglie anche l’occasione per autocelebrarsi, facendo indossare una maschera al topo Davide e disegnando un trhow-up sul volto del gatto Golia (richiamando a sua volta una precedente opera, ancora una volta dedicata a Massimo Mattioli e ispirata a “Er padre de li Santi” di Giuseppe Gioacchino Belli, perché a citazioni… ascoltare Lucio Leoni). Insomma omino71 voleva fare un omaggio a Mattioli e lo ha fatto tramite un tributo a Caravaggio.

“Minerva e Oleferne” chiude il ciclo, con una rivisitazione di una delle opere più significative di Caravaggio: “Giuditta e Oleferne”, dove omino71 tenta, forse per la prima volta, di far convivere il suo immaginario comics con il segno del pennello. In questa composizione, realizzata sulla filigrana di una banconota di 50.000 lire, la figura della bella e coraggiosa Giuditta viene sostituita da un dettaglio delle braccia di Minni (nota anche come Topolina o Minnie, il cui nome completo è Minerva Mouse), l’eterna fidanzata di Topolino/Mickey Mouse, icona indiscussa della cultura pop e soggetto prediletto nelle tante dissacrazioni ad opera dello stesso omino71. Al dettaglio di Minerva, che è anche divinità vergine della guerra giusta, della saggezza, dell’ingegno e della sapienza, si contrappone quello del capo di Oleferne, ritratto nella stessa posizione scelta nella composizione originale di Caravaggio, che guardandoci dal lato della banconota ci chiede sconsolato “perché?”.

Tanto si doveva.

Leila Ferrante

Nobildonna romana, scrive per notia – tra un the e una tag – di sottoculture metropolitane

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